La CGIL non abbia paura

Faccio parte del direttivo FLAI CGIL, un ruolo che mi ha consentito di esprimere nei congressi provinciale e regionale il mio punto di vista.  Che riporto di seguito e che, sulla drammatica situazione di precariato, arrivata ormai dall’insostenibilità del sistema complessivo, è piuttosto lontano dalla maggioranza.

Non sono un’economista, un “addetto ai lavori”, vedo le cose da persona semplice come la famosa “Olga”.

Vorrei che la CGIL prendesse atto che:

– il governo, raccogliendo con estremo opportunismo le difficoltà del mondo del lavoro, sta  smantellando da molto tempo le conquiste di decenni, ultima la legge per gli arbitrati che bypassa l’intervento del giudice nelle cause di lavoro (cioè di licenziamento). Forse non tutti i lavoratori colgono appieno che il giudice segue la legge mentre l’arbitro delibera secondo la sua personale valutazione che prescinde da leggi e/o giurisprudenza

– il governo non ha nessuna remora a “superare” , come si usa dire, leggi considerate scomode, lo stanno facendo da anni per tutto quello che di lecito e legale si frappone sulla loro strada. Che nello specifico non è a favore dei lavoratori.

– lo continuerà a fare anche per il prossimo triennio, anzi è possibile che, non essendoci elezioni a sviare, si applichino con maggior cura nella produzione di danni

– nell’ultimo decennio la situazione del mercato del lavoro si è deteriorata fino all’ormai nota impossibilità di avere una assunzione con contratto indeterminato. Tutti entrano (o purtroppo rientrano) nel mondo del lavoro dal buco della porta di servizio, e restano con una gamba fuori per anni.

E’ ora che la CGIL prenda il toro per le corna e prenda in mano lo statuto dei lavoratori. E’ ora che lo rilegga per proporne uno nuovo per quelli che oggi sono fuori da tutte le protezioni. Io nel 2003 ho scioperato per la difesa dell’art. 18, ma non come fose un totem, ma perchè non si può, secondo me, togliere regole senza sostituirle con altre.  E senza dimenticare che questa regola c’è solo in Italia.  Non è detto che lo statuto attuale debba andare in pensione, anzi può benissino rimanere valido per tutti coloro che hanno un lavoro a tempo indeterminato. Ma per tutti gli altri (che sono i tutti di adesso) è necessario, secondo me, stabilire nuove regole, nuovi diritti, nuove tutele.

In parlamento è presentata una proposta di legge da parte del senatore del Partito Democratico Pietro Ichino. Io non la conosco approfonditamente, vorrei poterlo fare attraverso la CGIL, vorrei capire se c’è qualche cosa di buono, e quali sono i problemi che potrebbero nascere. Insomma vorrei almeno una discussione aperta

Se non lo fa la CGIL che è il sindacato rappresentativo a chi lo lascia fare ? al governo ?

Se non lo farà la CGIL in forma aperta, non faremo altro che assistere a leggi, leggine, de-cretini, e quant’altro questo governo riuscirà a fare per depotenziare tutte le tutele, togliendoci la sedia da sotto il sedere

Certo non me la aspetto da altri sindacati che ragionano comunque diversamente privilegiando politiche individuali a discapito di quelle collettive.

Auguri a tutti noi

Questa voce è stata pubblicata in Politica, Sindacato, Società e contrassegnata con , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *