Referendum, voto Sì

Siamo alle solite, arriva un referendum, e se ne parla giusto da una decina di giorni. Troppo pochi per consentire a chi vuole davvero informarsi di avere il tempo per farlo. Non che l’italiano medio si scomodi troppo di suo, ma certo i mondi che gli stanno intorno non agevolano.

Accade spesso che un referendum si proponga di abrogare una legge promulgata dal governo in corso, e, qualunque sia il governo, questi ostacolerà nei modi più disparati la partecipazione al fine di non raggiungere il quorum.

Le reti televisive governative (RAI o Mediaset o entrambe, dipende da quale governo) si adopereranno per aiutare tali “ispirazioni”, finchè proprio non sarà necessario dare la notizia.

I comitati per il SI o per il NO faranno del loro meglio, talvolta con mistificazioni o colpi bassi.

E dunque farsi un’idea obiettiva non è facile, soprattutto in questo caso dove il quesito è molto tecnico e difficile da spiegare.

Ho trovato interessante questo blog e per quel che ho capito dalle varie fonti a disposizione in questi giorni (giornali e TV) ho deciso che  andrò a votare e voterò SI perchè:

  1. Votare è l’unico atto di esercizio democratico rimasto ai cittadini, non esercitarlo è come martellarsi taffazianamente. Se il quesito non è chiaro oppure il tema non coinvolge si può sempre andare a votare per esercitare un diritto e mettere nell’urna scheda bianca.
  2. La materia è molto tecnica e si scoprono dettagli nuovi in ogni trasmissione TV. Ne deduco che è impossibile avere tutti gli elementi concreti per farsi un’opinione diretta e che è quindi inevitabile “fidarsi”di chi propone le proprie ragioni.
  3. Nel merito condivido l’indicazione di chi vuole che le concessioni abbiano tutte una scadenza, seppur lunga, affinchè si possa esercitare un corretto regime di concorrenza. Quindi, anche nel caso specifico delle trivelle entro le 12 miglia, trovo corretto che, alla scadenza della concessione, si possa indire una gara, alla quale possano partecipare più soggetti, con possibili condizioni migliori per governo e cittadini. (Magari poi vincono sempre gli stessi, ma questa è un’altra storia)
  4. Non mi nascondo dietro a un dito, cucino con il gas (per il riscaldamento ho i pannelli solari) e uso regolarmente l’auto a benzina,  Si….però, se avessi un’altra scelta di trasporto altrettanto facile, e ovviamente pulita e a basso rischio mi adeguerei immediatamente, anche dovessi pagarla un pochino di più. Le energie rinnovabili sono il futuro, alcune sono già ben note altre si stanno ricercando. Certo bisogna crederci, avere una visione di lungo periodo e le deve realizzare chi governa. Penso che debbano avere una decisa spinta di investimenti, sia pubblici che privati e che anche il mio voto contribuisca a quella “spinta”
  5. La quantità di gas e petrolio, in discussione è davvero modesta e non in grado di provocare vere “criticità”. Del resto la riduzione dei consumi dovuta alla crisi (lungi da essere conclusa) e nuovi stili di vita più attenti all’ambiente, comprimeranno ulteriormente la richiesta.
  6. La questione dei posti di lavoro è oziosa, infatti dalle energie rinnovabili ne arriverebbero  sicuramente di più, sparsi su tutto il territorio nazionale, delle 4 piattaforme in discussione.
  7. Pragmaticamente, la storia insegna che in Italia è possibile che il risultato di un referendum venga poi disatteso da governo e parlamento, (finanziamento pubblico e acqua pubblica sono lì a dimostrarlo), quindi anche in questo caso si potrebbe trovare la gabola, e tuttavia non voglio e non posso pensare che debba andare sempre così.

In ogni caso faccio la mia piccola parte e spero che in quest’ultima settimana, si acquisti tutti maggiore consapevolezza e non si rinunci ad esercitare il diritto di voto, il primo dei diritti.

 

 

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1 risposta a Referendum, voto Sì

  1. Francesco scrive:

    Brava Laura, di quello che hai scritto condivido anche le virgole. Avrei però aggiunto che Referendum come questo, che tocca più questioni di gestione amministrativa/potere che reali aspetti ambientali, nell’opinione pubblica (purtroppo a maggioranza ignara ed ignava) ha l’effetto di svilire ulteriormente l’ambientalismo.

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