12 dicembre 2014, tutti in piazza (o quasi)

Si, anche io ho scioperato. Non è stato facile, principalmente perchè l’azienda per cui lavoro è nel suo maggior picco di attività, ma anche perchè Verona non è una città particolarmente reattiva. Qui le manifestazioni sono spesso poco partecipate, ma stavolta è andata meglio del previsto. E so per certo che c’erano anche iscritti CISL in disaccordo con la mancata adesione del loro sindacato.

Circa 3.000 persone anche se a me sembravano molte di più. Però giornata amara, dove sono infatti tutti i cassintegrati/e e quelli/e messi in mobilità di Verona e provincia? Dovrebbero essere 6/7000 solo loro (sui 51.000 nel Veneto) più tutti gli altri, come me che un lavoro ce l’hanno e che lottano anche per chi non può permetterselo

Dopo il comizio sono tornata a piedi riattraversando tutto il centro e la gente per strada non sembrava essersi accorta di nulla. Ragazzi nei bar di Piazza Erbe per il più classico degli aperitivi, signore piene di pacchi in uscita dai negozi, altri visi allegri davanti ad una vetrina o un tramezzino, c’è spensieratezza in giro, la viglia di Santa Lucia, il Natale alle porte…

Sono stata l’unica impiegata dell’azienda in cui lavoro ad aderire, peraltro solo per  mezza giornata. Era già successo in passato. Non so se lo farò ancora. Durante la vita ho sempre cercato di essere coerente, di percorrere salite faticose ed incerte sorretta da una idea di mondo migliore per tutti, di andare a testa alta quando sarebbe più facile attardarsi e scantonare. Ed è amaro constatare che i più stretti intorno non se ne accorgano

Chissà se i mei colleghi, gli amici, i “compagni” del circolo PD se lo ricorderanno un giorno …

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1 risposta a 12 dicembre 2014, tutti in piazza (o quasi)

  1. Gasmiro scrive:

    Già, dove erano i lavoratori in cassa integrazione ed in mobilità? A casa o a fare qualche lavoretto in “abito scuro”?
    Le riforme di Renzi saranno un fallimento perché non sono le leggi da cambiare, ma gli italiani, cosa impossibile da fare se non attraverso una rivoluzione seguita da un lungo processo di “moralizzazione”.

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