La via maestra

Dato che il mio disagio continua a crescere voglio recuperare il senso delle cose perchè in questi anni mi sono persa in un ginepraio.

La Costituzione nata dopo la guerra si basa su alcuni presìdi democratici senza i quali non ci può essere democrazia:

– Magistratura indipendente dalla politica

– Sindacati a difesa dei lavoratori

– Partiti per veicolare le istanze del popolo

I Partiti rappresentano quindi una “parte” fondante della società che dovrebbe trovare in essi risposte alle proprie esigenze/visioni piccole o grandi dello stare assieme

In ipotesi quindi ogni Cittadino, nella sua massima espressione, dovrebbe scegliere uno tra i tanti partiti, sostenerlo iscrivendosi, influire sull’elaborazione delle proposte di legge, ed eventualmente cambiare se insoddisfatto.

Se ci fosse una società intruppata e ben suddivisa, sia pur in movimento da una parte all’altra, potremmo pensare di avere circa 40 milioni di persone più o meno influenti, in grado comunque di determinare cambi di rotta pre-elettorali, da fa sì che i partiti, alle elezioni successive, offrano proposte adeguatesi nel quinquennio.

Invece succede che nel tempo sempre meno persone si iscrivono, riducendosi così proporzionalmente la possibilità di influire sulla classe dirigente, magari determinando anche un veloce turn-over.

Così un lustro dietro l’altro volti e soprattutto decisioni, sempre uguali, in una rincorsa a salvare il proprio “particulare”

Sappiamo tutti che la discesa in campo di Berlusconi negli anni ’90 fu determinata dalla necessità per lui di evitare il carcere. Fu così che a destra nacque il partito-azienda, con tanti vertici presi direttamente dalle aziende di Berlusconi (Galan fulgido esempio, ma sono tantissimi, da Minzolini all’ultimo Toti)

La sinistra ci mette più di un decennio a capire di aver preso un pugno. Ma invece di ricominciare da una visione del mondo diversa e anzi opposta, ( che sarebbe la via maestra) si inventa le Primarie, metodo rivoluzionario di partecipazione dal basso ma “temporanea”.

Entrambi questi nuovi metodi di ricambio forzoso della classe dirigente pre-esistente testimoniano il fallimento dei partiti così come voluti dalla Costituzione.

Il risultato prodotto è da una parte l’asservimento a logiche prettamente aziendali di business, che nulla c’entrano con la guida di uno Stato. Dall’altra l’affidamento di alcuni temi locali a persone di probabili idee progressiste, ma senza la possibilità di ottenere una visione d’insieme essendo frutto della casualità del metodo primarie, (che però non è voluto a caso).

Eppure la via maestra c’era e c’è, (almeno a sinistra) ed è quella della partecipazione, dell’iscrizione ad un partito e dell’esercizio del diritto di voto, in tutti gli organismi.

E’ questo che determina l’orientamento. Bisogna rendersi conto che tante persone assieme sono in grado di far cambiare anche decisioni già prese, come ben sanno gli uffici marketing.

In realtà sono in molti ad essersi accorti dell’importanza del loro voto, dopo il boom elettorale di Grillo. Ne sono rimasti sorpresi loro stessi.

Anche questo risultato è frutto degli infiniti e impervi sentieri seguiti dal centrosinistra che, anziché seguire la via maestra, si è perso in opportunismi veri o presunti morendo di tattica e perdendo di vista il proprio elettore di riferimento.

Ora arriva Renzi e aggiunge un nuovo mattone storto a questo condominio di macerie reinventandosi una legge elettorale forzata, dall’esito incerto, concordata con chi ha sempre “fregato” i suoi interlocutori di csx.

Sarà questa la via maestra ?

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1 risposta a La via maestra

  1. Forever scrive:

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