Che fine hanno fatto i lavori usuranti ?

Al momento quello che si sa è che per chi non ha i 40 entro il 31.12.2011 non c’è usura che tenga. Tutti gli uomini con 42 anni, le donne con 41, più l’aggiunta mi pare di un mese per ogni anno fino al 2018
Ma già è faticoso digerire la mazzata per chi al 31.12 ha 39 anni, figuriamoci per quelli che stanno alla catena di montaggio o nelle cave, nelle sale chirurgiche di terapia intensiva, o che guidano aerei o mezzi pesanti.
Come fanno Fornero e Monti a non rendersi conto che per tutti questi, due anni in più sono una croce troppo pesante.
Come si fa a pensare alla produttività sempre più spinta, ritmi accelerati e come tristi marionette, con turni di 7 ore senza possibilità di poter andare in bagno autonomamente ma chiedendo “per favore” a qualcuno di sostituirti, come si fa a non capire che è troppo massacrante! Due anni in più a 56 anni, dopo che se ne è già fatti 40 alla catena possono essere una erosione della vita come se fossero 10 in più.
Hanno mai provato anche solo a starci in fabbrica, senza muovere un chiodo, questi tagliatori di teste? con il rumore assordante dei macchinari, le luci al neon che fa sempre giorno, ed il caldo dei 43 gradi, senza aria condizionata ? Non resisterebbero mezz’ora.
Ma perchè nessuno ne parla più apertamente ? Seguo molte trasmissioni di approfondimento e nessuna che chieda all’ospite di turno come mai ci si è dimenticati di queste persone. Come mai ? Eppure anche queste sono ingiustizie

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2 risposte a Che fine hanno fatto i lavori usuranti ?

  1. umberto scrive:

    AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO MARIO MONTI
    AL MINISTRO DELLA SANITA’ RENATO BALDUZZI
    VOGLIAMO ANDARE VIA!
    Avevamo sperato che avreste capito,avevamo sperato che non vi fosse stato bisogno di spiegazioni…tutto inutile. Siamo infermieri professionali con oltre trentacinque anni di servizio e quasi sessanta anni d’età. Una breve cronologia per spiegare ancora una volta che da una vita non c’è mai stato un turn over. Abbiamo sopperito a carenze, demenze, ruberie, sprechi pur di accaparrare soldi, di persone senza scrupoli. Abbiamo sopperito e sopperiamo a carichi di lavoro assurdi con sacrifici fisici e mentali. Il nostro lavoro è una guerra, il nostro nemico è la sofferenza e la morte. Moltissimi colleghi nel corso degli anni sono stati vittime della “dama bianca” e non hanno nemmeno potuto godere dopo trentacinque anni e passa di lavoro di un meritato riposo dopo aver dedicato trequarti della loro vita, ad aiutare gente che soffre e muore. Il nostro non è un lavoro d’ufficio, il nostro non è un lavoro che ti permette distrazione, il nostro è un lavoro che ti logora nel fisico e nella mente…un lavoro usurante!. Noi andiamo al lavoro, stanchi, fisicamente e moralmente, demotivati per un misero stipendio e con acciacchi vari,dopo averci massacrato nel corpo e nell’anima, vogliamo rispetto e vogliamo andare via, subito e con tutti i crismi. Noi abbiamo sempre rispettato gli ammalati, voi? Ma adesso siamo stanchi di queste stupide leggi che non tengono conto che questo è un lavoro dove c’è bisogno di fisicità e lucidità. Noi non giochiamo con fogli di carta come succede da voi, gli errori non si cancellano col bianchetto oppure con uno scanner e, pur bevendo olio di una famosa marca, la staccionata non riusciamo più a saltarla. Se il paese sta andando a rotoli, la colpa non è nostra, non vogliamo essere i capri espiatori di pessimi governi succedutosi. Prendetevi la responsabilità di obbligarci a restare al lavoro sino a 42-43-44 anni…pubblicamente, se avete il coraggio, ma spiegate anche alla gente, che saranno gli infermieri ultrasessantenni ad assisterli. E i giovani laureati in scienze infermieristiche quando li manderete a lavorare? Noi siamo stanchi! Basta parlare prendete provvedimenti seri dall’altra parte della barricata (ammalati) dobbiamo passarci tutti e noi preferiamo essere curati da giovani e motivati…voi?

  2. Karrywenn scrive:

    Un paio di anni fa ha cominciato a fare Aikido nella mia ssetsa palestra un signore non pif9 giovanissimo (come me del resto) molto determinato e ricettivo’ ma con qualche difficolte0 a tirar fuori l’energia (ki) e a canalizzarla efficacemente nelle tecniche. Lavoriamo’ spesso insieme e siamo diventati amici.Quando ho scoperto che correva regolarmente per almeno tre o quattro giorni alla settimana, per un sacco di chilometri, e che partecipava a tutte le maratone e alle corse sulle lunghe distanze aperte ai dilettanti organizzate nei dintorni (ma anche all’estero non appena poteva) mi sono stupita moltissimo.c8 cosec magro! Dove tiene nascoste le energie per correre per pif9 di 42 km?Mi sono perf2 anche spiegata la sua difficolte0 a far uscire con potenza il ki e il kiai (l’urlo) durante le tecniche. Lui e8 abituato a conservare e a dosare’ in un altro modo l’energia.Mi rimanevano perf2 un sacco di curiosite0 Gli ho fatto percif2 leggere il gie0 citato articolo di Nicola Giorgioni e anche quello di Stefania a cui ho contribuito io (Sopportare il dolore dell’11 marzo 2012) ma non e8 riuscito a parlarmi molto della sofferenza e della forza di volonte0 necessarie a correre e arrivare al traguardo con soddisfazione: e8 un uomo di poche parole e pure modesto.Ringrazio percif2 anch’io Nicola Giorgioni per avermi fatto entrare un po’ di pif9 nella testa di un maratoneta.Catia

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