A cosa serve dimezzare i Parlamentari?

No, non mi piace per niente. Le proposta di legge di riforma costituzionale presentata qualche giorno fa da Calderoli sposta di nuovo il focus del problema. A parte che da quel che leggo non si sogna nemmeno (e forse non può) dimezzare costi e consigli regionali, Sicilia e Piemonte, ma anche Lazio e Sardegna per esempio spendono molto più di altre regioni per i dipendenti, e la macchina governativa.
La proposta Calderoli forse accontenta l’elettore leghista che segue il ragionamento meno persone = meno costi (il che è vero), ma io, e tanti come me, chiedono semplicemente la fine dei PRIVILEGI ! La fine della CASTA !
Se anche dimezziamo i parlamentari, e questi mantengono tutto il ben di Dio che si sono autoregalati, la cosa non può soddisfare! E’ la cultura del potere che deve cambiare nei nostri governanti. Chi si impegna per fare Politica deve farlo per spirito di servizio, per il raggiungimento del bene comune, sembrano banalità, ma non è più così da decenni.
Per favorire questo approccio è necessario che le retribuzioni non siano elevate ed i privilegi così sfacciati come da decenni avviene, così da disincentivare l’assalto alla poltrona, che ben conosciamo.
Ovviamente quando l’impegno è a tempo pieno, va retribuito, perchè altrimenti solo i ricchi potrebbero impegnarsi in politica e si tornebbe al paleolitico.
Ma va retribuito prendendo un coefficiente medio sugli stipendi del pubblico impiego. (in fondo anche i parlamentari e i ministri o i consiglieri regionali e gli assessori, e giù a scendere, sono “dipendenti” del popolo italiano, no?).
Oppure in base ai dati Istat, diciamo il triplo di quello che è considerato il livello di soglia alla povertà che annualmente viene aggiornato. E’ troppo poco, beh, mica lo ordina il medico di “scendere in politica”…
Rimane il problema della “selezione” per merito. Dirò la mia in un prossimo post

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