Quanti parlamentari servono

L’altra sera scoltavo “La Zanzara”, il programma su radio 24 condotto da Cruciani. C’era Gabriella Carlucci, parlamentare del PDL e sindaco del Comune di Margherita di Savoia che difendeva la bontà dei doppi incarichi. Le posizioni espresse erano queste:
Carlucci: Non c’è incompatibilità, il sindaco si costruisce una squadra in grado di sostituirlo e non è indispensabile che segua le vicende del suo Comune. Lei afferma di non percepire alcun compenso nè rimbarsi spese come sindaco, per cui al suo Comune non costa nulla. In cambio Lei può seguire da vicino le varie leggi che vengono proposte e adottate e questo Le consente di sfruttare al meglio le opportunità governative a favore della sua comunità, dove è stata eletta prendendo le preferenze.

Cruciani: La carica di sindaco e/o assessore può essere compatibile per comuni con massimo 15.000 abitanti, in quanto le problematiche sono generalmente meno complesse. Ma sindaci di grandi città, per esempio Brescia, dovrebbero dedicarsi a tempo pieno al loro incarico di amministratori, che non può oggettivamente essere svolto al meglio se si vuole essere presenti in parlamento.

Questo dibattito mi ha fatto riflettere sul fatto che secondo me il tema affrontato aveva un focus sbagliato:
se cioè accettiamo che un parlamentare possa essere anche amministratore del territorio/Comune da dove proviene, dovremmo chiedere a gran voce l’AUMENTO del nr. di parlamentari e non la sua riduzione. Infatti per quale motivo gli abitanti di Brescia o Margherita di Savoia hanno diritto ad un rappresentante delle proprie istanze, mentre invece per esempio Villafranca di Verona (che di abitanti ne ha 32.000 e il sindaco è del PDL) no ?
Se questa è la ratio della vulgata comune, per cui un parlamentare viene eletto (nominato), tutti gli 8000 Comuni d’Italia ne avrebbero diritto, o no ?

Io penso invece che i parlamentari dovrebbero occuparsi del bene dell’intero Paese, dimenticandosi proprio il Comune da cui provengono. Dovrebbero essere persone con capacità di lungimiranza, competenze di ambito economico, conoscenza delle leggi europee.

E’ ovvio che le leggi producono i loro effetti territorialmente, ma questo non dovrebbe esserne la causa, bensì l’effetto (ponderato bene). Ciò avrebbe potuto essere l’unico risvolto positivo ottenuto con la legge “porcellum” visto che i parlamentari non si erano conquistati il posto cercandosi i voti. Purtroppo questa occasione è stata sprecata nel più cieco e bieco vassallaggio e visto che per fortuna sembra che ormai tutti si siano convinti a cambiare la legge elettorale, non sarà più possibile.

E dunque quanti parlamentari servono ? Di sistemi elettorali non mi intendo granchè ma se faccio una semplice proporzione tra nr. di parlametari (che ho trovato in questo link) e pololazione, noto che:
Francia (577+331 / 65,5 milioni di abitanti),
Spagna (350+259 / 47 milioni di abitanti),
Germania che ha i Land, simili alle nostre regioni (598+68 / 81,5 milioni di abitanti),

l’Italia con i sui quasi 1000 ha un numero certamente eccessivo, ma dimezzarlo come si vagheggia mi sembra un’utopia. (Andrò a studiarmi le proposte di legge presentate). Forse sarebbe più semplice dimezzare i costi.
Comunque per diminuire il numero drasticamente bisognerebbe utilizzare un criterio diverso da quello di “rappresentanti del territorio” e mi rendo conto che ciò è estremamente improbabile e anche ingiusto.
Una buona soluzione è quella di dividere le compentenze tra camera dei deputati che rappresenti gli interessi nazionali e camera delle regioni dove trovino spazio le istanze dei territori. Ci si riuscirà ?