La strategia di Bersani

In questo bell’articolo del Sole 24 Ore ho trovato una lucida spiegazione di quello che io chiamo “attendismo” di Bersani.
Così, di primo acchito, come viene presentata la strategia mi sembra interessante, certamente non superficiale, potrebbe anche raggiungere il suo scopo. Disarcionare il Cav. E’ l’esercitazione dell’arte del far politica (vecchia maniera ?)

Però più ci penso e meno mi convince. Allearsi con il Centro o terzo polo, che mira solo a sostituire Berlusconi mi pare che annacqui notevolmente la già incerta identità del PD.
Entrare poi in un governo tecnico, (che però fa sempre politica, basta pensare alla riforma delle pensioni fatta approvare dal governo Dini), al buio, e con obiettivi diversi tra i vari leader, mi sembra predestinarsi ad un rovinoso crollo (altrochè Pompei)

Un conto è votare una mozione che mandi a casa B, un altro è sedersi per esempio sullo scranno del ministero del lavoro o della scuola e dire “io farei così…”

E sulla legge elettorare si sa bene che i piccoli partiti vogliono il proporzionale, mentre il PD (e il PDL) da un decennio puntano al bipolarismo. Se Bersani volesse rivedere la legge elettorale accontentando finiani e centristi, tornando indietro, può darsi che abbia un senso. DEVE però spiegarlo, e spiegarlo bene, convincendo anche coloro che di tornare alla prima repubblica non ne vogliono sapere.
E poi deve fare bene i conti. Nell’articolo el Sole 24 Ore e nei vari sondaggi televisivi i dati sono sempre aggregati “nazionali”. Ma in molte realtà del veneto (e della lombardia) il PD viaggia tra il 12 % e 15 %. L’eccesso di tattica e la mancanza di chiarezza rischierebbe di allontanare anche questo zoccolo duro di “resistenti” con ulteriore peggiormento in termini elettorali.
Ma certo Bersani è uomo navigato e queste cose le sa. Magari segue le ultime indicazioni del papa:
“L’uomo è vivo finché attende, finché nel suo cuore è viva la speranza”, dice il Papa che aggiunge: “Si potrebbe dire che dalle sue attese l’uomo si riconosce”.